Vacanze in Spagna? Cosa dice la legge spagnola sui droni

drone in spagna

Di questi tempi è sempre bene conoscere cosa dice la legge di questo o quel Paese in materia di droni, anche perché contravvenire alle leggi, specie quando riguardano il pilotaggio remoto di apparecchi di questo tipo, può costare molto caro! Tra le mete turistiche più gettonate dell’estate, ad esempio, c’è la Spagna, per cui cerchiamo di capire in pochi semplici passi cosa prevede la legge spagnola da questo punto di vista.

In Spagna c’è una legislazione davvero molto simile a quella italiana, perché anche lì, esattamente come in Italia, si fa un chiaro distinguo tra volo professionale e volo hobbistico: il secondo è permesso solo a vista, durante le ore diurne e nelle zone non urbane (cioè laddove non vi sono abitazioni e assembramenti di persone). Chi viene colto a pilotare un drone ad uso ricreativo senza rispettare i requisiti di cui sopra può incorrere in multe salatissime che possono arrivare a toccare i 225 mila euro.

Inoltre vale la pena chiarire che in Spagna, a differenza dell’Italia, gli aeromodelli, cioè i droni usati per scopi hobbistici, sono considerati aeromobili a tutti gli effetti. E ogni drone, senza alcun tipo di eccezione, deve essere riconosciuto mediante una targhetta identificativa che riporti i dati del drone e le informazioni essenziali di chi lo pilota. Del drone è sufficiente riportare (se esiste) il suo numero di serie, mentre invece per quanto riguarda i dati del pilota occorre che l’etichetta riporti nome, cognome, indirizzo e dati di contatto.

Infine, un’altra regola fondamentale che va conosciuta è quella riguardante le distanze. L’altezza massima di volo è di 120 metri e la distanza massima che il drone può avere rispetto al suo pilota è di 500 metri. La distanza dagli aeroporti invece deve essere almeno di 8 km, e non si può far volare alcun tipo di apparecchio qualora vi sia traffico aereo a bassa quota (che significa ad esempio voli di paracudisti, deltaplani, elicotteri e così via).